Il momento è topico, quindi noi continuiamo a rimanere ben attenti a quello che succede sui mercati mondiali delle commodity agricole. Potrebbe sembrare impossibile ma anche le liti fra Trump e Musk influenzano i mercati agricoli: il rapporto fra euro e dollaro rimane oggi sopra 1,14 e quindi questo potrà rendere in futuro le esportazioni europee di materie prime meno agevoli.
Lo stesso Trump sta contrattando con mezzo mondo sui dazi. Dal punto di vista agricolo si può dire che il mercato mondiale dei cereali rimarrà bloccato su quotazioni tendenzialmente basse, a meno che nelle prossime settimane gli Usa non chiudano gli accordi con un grosso consumatore (la Cina, o l'India per esempio).
Per le commodity in generale si nota come l'indice Fao del mese di maggio si sia abbassato dello 0,8% rispetto al mese precedente. I prezzi rimangono superiori del 6% rispetto ad un anno fa ma in tendenziale ribasso - e di ben il 20,3% in meno rispetto ai prezzi che si registrarono nel marzo 2022, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte dei Russi.
In caduta risultano in particolare i prezzi del mais, una coltura per la quale si attendono buone raccolte negli Usa, ma anche in Argentina e in Brasile. Va un poco meglio il grano; per questa coltura le condizioni meteo appaiono migliorate in gran parte dell'emisfero Nord.
Come già si è ricordato su queste colonne, la carne (+1,3% su aprile), il latte e i latticini (+0,8%) continuano il loro momento d'oro. Per la carne, il commercio di ovini e bovini (soprattutto da parte degli australiani verso l'Asia) compensa il fermo delle carni avicole dovuto alla crisi dell'influenza aviaria in corso in Brasile.
Latte e latticini sono trainati dal prezzo del burro, che va fortissimo in tutta l'Asia - anche i formaggi stanno vedendo da un paio di mesi un certo rialzo. Oli vegetali e zucchero ancora in calo - pare che la causa sia la forte incertezza che domina l'industria agroalimentare mondiale.
In conclusione, per ora vediamo il bicchiere mezzo vuoto - ma le evoluzioni sono veloci.